martedì 29 ottobre 2013

Mon cher Cannes


                           

Con le nebbie autunnali arrivano finalmente in sala i film dell'ultima edizione del Festival di Cannes. E se Lo sconosciuto del lago di Alain Giraudie, miglior regia nella sezione Un certain regard, ha goduto solo di un rapido passaggio, di più ampio respiro sembrano essere le attenzioni riservate a La vita di Adèle e Giovane e Bella. Autori dei film sono Abdellatif Kechiche e François Ozon, due talenti tra i più interessanti del nuovo corso della cinematografia francese. Coetanei che da più di un decennio condividono la scena dei principali festival internazionali. Kechiche facendo incetta di premi, Ozon sempre al verde nelle occasioni che contano. Eppure tra le due cinematografie, diverse non per caratura ma per scelte stilistiche, c'è realmente un confine molto sottile testimoniato anche dall'aver ravvivato l'antica disfida tra i critici dei Cahiers du Cinema e quelli di Positif. Senza svelarvi chi sta con chi, a voi il piacere di scoprire o riscoprire le cinematografie dell'uno e dell'altro. François Ozon è il più prolifico tra i due, con i suoi 14 lungometraggi in 14 anni ha indagato ogni genere cinematografico con risultati eccellenti, dalla commedia al thriller, dal dramma psicologico al cinema sociale. Un'artista eclettico che indaga sulle periferie, alte e basse, dell'esistenza umana. Abdellatif Kechiche è invece l'autore francese, naturalizzato date le sue origini tunisine, per eccellenza. Un percorso di soli 5 film in 13 anni di carriera che fanno della sua una delle cinematografie più coerenti ed omogenee dell'attuale panorama internazionale, capace di rappresentare al meglio le periferie, alte e basse, dell'esistenza umana.

In questa occasione, e speriamo ce ne siano molte altre, Giovane e Bella è stato visto e recensito da Andrea Mincigrucci, migrante dell'intelletto che vive e lavora a Strasburgo, dove tra Odysée (www.cinemaodyssee.com), Star e Saint-Euxupéry (www.cinema-star.com) ha la fortuna e il piacere di ammirare tutto il cinema possibile ed immaginabile. Il resto è farina del mio sacco. Buona visione!


LA VITA DI ADELE
Se c'è un tempo in cui si deve affidare alla contemplazione il racconto dell'animo umano, quel tempo passa anche per i 179 minuti nei quali Abdellatif Kechiche racchiude il campo dell'universo nei volti delle sue protagoniste. E' in questo close-up, costantemente ostentato, che il romanzo di Adèle prende forma. Caratterizzato dal tratto di Paul Gauguin, che appare e scompare sostituendosi ai corpi danzanti di Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos, il mondo di Kechiche richiede un impegno contemplativo e partecipativo. Bisogna osservare per poi divenire, in maniera del tutto familiare, parte delle emozioni, delle angosce e delle scelte che vivono Emma ed Adèle. Partecipare ad un cinema che, nel suo lento incedere, riesce a sabotare e smontare una delle regole fondamentali del cinema stesso: la sorpresa. E' la trama semplice e prevedibile, che rende tutto fin troppo chiaro dopo pochi minuti, a trasformare La vita di Adele (La vie d'Adèle) in un film unico e grande. La scoperta della sessualità è il racconto di un amore come mai prima è stato rappresentato dal cinema. Un voyerismo partecipativo che nessun teorico delle suspense e delle regole magiche del cinema avrebbe mai potuto immaginare. Con Kechiche si entra in una nuova dimensione: in un solo colpo si distrugge e si scrive un'altra teoria del cinema. Dove non sono né tre né cento le D che dimensionano lo spazio cinematografico, ma infinite come le dimensioni che letteratura e pittura hanno in sé e che nella meraviglia di questa rappresentazione mai dimenticheremo. L'ESPRIT DU TEMPS.





GIOVANE E BELLA
Le note di quattro canzoni accompagnano, attraverso i giorni di quattro stagioni, la storia di Isabelle, Marina Vacth, protagonista di Giovane e Bella (Jeune et jolie). La nuova opera di François Ozon è una storia che sfugge alla regolarità ciclica del tempo e della vita dell’uomo. Una storia che apre un breve spiraglio dove non si è più bambini ma non si è ancora adulti. Lo sguardo di Ozon si posa sul momento più puro dell’adolescenza, quello che dura solo un breve attimo, dove si è liberi senza esser responsabili, dove non si né morali né immorali. È il momento in cui la leggerezza dell'essere può farti scegliere di cambiare la tua vita, rimasta immutata anche dopo la perdita della verginità, per diventare una prostituta d’alto bordo. Tra siti web per appuntamenti e lezioni di letteratura al liceo, tra lussuose camere d’albergo e feste del fine settimana con gli amici, Isabelle non ci si mostra mai sotto una luce ostentata. La pornografia appartiene agli adulti. Isabelle è invece la giovinezza e la sua bellezza, la leggerezza delle scoperte avventurose e del rischiare tutto se stessi nell’incoscienza di un gioco. Isabelle non è nella serietà delle regole del mondo dei grandi perché... ON N'EST PAS SERIEUX QUAND ON A DIX-SEPT ANS.



dalla rubrica MILLE E PIU' NON REPLICO pubblicata su UMBRIA NOISE n.17

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