sabato 30 novembre 2013

Questa sporca dozzina


«Ok lo faccio anch'io!». E Alla fine ho ceduto alla tentazione. Se lo fanno i Cahiers, Sight & Sound, FilmTV e purtoppo anche Ciack, non vedo perché non dovrebbe Umbria Noise? E con questa motivazione del tutto aleatoria, ho iniziato a stilare la mia personale Best films of 2013. L'ho fatto alla mia maniera, senza alcuna pretesa, niente top ten né twenty, semplicemente due mezze dozzine di visioni immancabili. Prima i sei film che ho visto al cinema in questo 2013, e dei quali mi sono innamorato, e poi i cinque + un film che ho visto in sedi più o meno legali e che vorrei assolutamente rivedere al cinema nel 2014. A differenza di altre classifiche, tra i già visti, non ho segnalato i film prodotti in questo anno, ma quelli usciti nelle sale italiane in questo anno. Una lista, terra a terra, fatta con gli occhi di chi i film li guarda. Non c'è classifica, ma solo il consiglio di vedere dodici film che mi sono piaciuti. Nessun'analisi, non sarebbe giusto in così poco spazio. Solo suggestioni, buone per chi ne è curioso, utili per chi non è in accordo. Avrei potuto inserire molti più titoli, non pochi sono i film che ho lasciato fuori, a cominciare da La cinquième saison di Peter Brosens, No di Pablo Larrain, Küf di Ali Aydin, L'exercice de l'Etat di Pierre Shoeller e Zero Dark Thirty di Katrhyn Bigelow. Li ho esclusi perchè ne ho voluti scegliere dodici. Una dozzina di film e solo per un motivo. Mentre scrivevo mi passava davanti agli occhi un film di Robert Aldrich con John Cassavetes e Charles Bronson del 1967. Pertanto ecco a voi (la mia) The dirty dozine.

                                 

UNA MEZZA DOZZINA ANDATA

Gennaio è The master di Paul Thomas Anderson. Dopo di che, per molte settimane, andare al cinema ha avuto un senso relativo. A Febbraio arriva dal Sundance l’opera prima che riaccende le speranze: Beasts of southern wild di Benh Zeitlin. A conferma che il cinema indie made in USA è la dream factory che produce senza soluzione di continuità, si materializzano Ryan Goslin e Michelle Williams asfissiati nell’abbraccio Blue Valentine di Derek Cianfrance e poi a Marzo quello schermo costruito ad arte oltreoceano va in frantumi sotto l’ossessiva e martellante azione di disturbo di Harmony Korine. Spring Breakers è la rivoluzione cine/comics/videogames che rappresenta alla perfezione questo tempo. A Maggio si torna in Europa. L’immagine si ricompone e il non meno disturbante Leos Carax mostra finalmente anche agli italiani Holy Motors. Un ritorno e una confema: il cinema è ancora affair pour l’usine à rêves. Ottobre chiude la mezza dozzina. La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche mette la pietra tombale su tutto il cinema che sarà da qui alla fine del 2013.

                                   

UNA MEZZA DOZZINA DA VENIRE
Cominciamo da Edgar Reitz che al festival di Venezia ha presentato il IV capitolo di quell'Heimat iniziato nel 1984. Die andere Heimat è semplicemente il cinema che vorrei sempre vedere al cinema. La seconda suggestione è Mud di Jeff Nichols. Dalle fangose rive del Missisipi un romanzo di formazione che reinventa il genere. Altra necessaria visione è The broken circle breakdown di Felix Van Groeningen. Un bluegrass movie sospeso tra le Fiandre e l'Appalachia. Si torna negli Stati Uniti con Fances Ha di Noah Bumbach. Bianco e nero, leggero e sconnesso. Si danza, si sogna, si ride e si piange e poi c'è Greta Gerwig. Stessi colori per La jalousie e la quotidianità parigina: un uomo, sua figlia, l'ex moglie e una nuova compagna. Istantaneo e perfetto come quasi ogni film di Philippe Garrel. L'attesa infine è per Le meraviglie, nuovo film di Alice Rohrwacher e unico italiano a far parte di questa speciale dozzina. Non l'ho ancora visto ma, conoscendo il suo cinema, mi gioco volentieri una wild card.


dalla rubrica MILLE E PIU' NON REPLICO pubblicata su UMBRIA NOISE n.18