lunedì 24 febbraio 2014

Le lacrime di Mollica

E quando finirò sotto ai vostri occhi gli Oscars 2014 saranno già stati assegnati e molto probabilmente finiti nel dimenticatoio. Ma davanti a questo foglio, oggi, voglio divertirmi ed immaginare, come in una visione premonitrice, le lacrime di Vincenzo Mollica turbato e ferito per l'affronto, costretto a dichiarare guerra all'Academy durante il tg delle 20. Ahi che male! Quel premio negato, ferita mortale, non all'autore Sorrentino, ma ad un intero paese che sull'eccitazione della Grande Bellezza ha spedito al governo il Giovane Renzì. E' l'Oscar che salva! O meglio, che avrebbe dovuto salvare la jeunesse politique del rampante rampollo toscano, insignito di gloria e d'alloro insieme a tutte le belle facce dell'italico prodotto cinematografico. Salvare e glorificare. Cinema e paese. Gloria in excelsis Deo. Mentre Paolo Sorrentino, trionfante, si nomina ambasciatore del made in Italy e gira spot per Farinetti, Della Valle, Cucinelli. Gloria in excelsis Deo. Pontifex Franciscus lo nomina cardinale, per aver con umiltà smascherato i mali di Santa Romana Chiesa. Gloria in excelsis Deo. Per averci, con una sola pellicola, restituito il miglior Verdone, la miglior Ferilli, il felliniano racconto di Roma, la grandeur dei caratteristi del cinema, scorci e cartoline dell'eterna città dimenticata e per aver ricondotto lo smarrito cinema nazionalpopolare dove merita di stare. Accaduto o meno, Oscar vinto o derubato, come molto probabilmente racconteranno i cronisti a dovere imbeccati, voglio continuare a vivere questo ipotetico futuro e presuntuosamente annunciare oggi, 24 febbraio 2014, il mio insindacabile e immaginifico verdetto. Sperando di non offendere nessuno dichiaro: di rifiutare l'orribile pantomima del tifoso che sostiene le squadre italiane quando giocano nelle coppe e di augurarmi con tutto il cuore che la Grande Bellezza non vinca l'Oscar per il miglior film straniero.



Non prendetemi per stronzo, lo dico a ragion veduta. O meglio, lo dico dopo aver visto tre dei cinque film inseriti nella short list per il tanto agoniato premio che l'Academy assegnerà, o a questo punto ha già assegnato, domenica notte. Ne ho visti tre, i tre europei: Il sospetto (Jagten) di Thomas Vinterberg, Alabama Monroe (The broken circle breakdown) di Felix Van Groening e La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Non conosco gli altri due film in concorso, il cambogiano The missing picture di Rithy Panh e il palestinese Omar di Hany Abu-Assad, e non posso pertanto annunciare il mio vincitore, ma ciò che posso dire è che Vinterberg e Groening, nelle loro differenze stilistiche e narrative, hanno consegnato alla storia del cinema due piccole chicche. Due opere magistralmente scritte ed interpretate, due film che muovendosi su registri distinti indagano l'Uomo e la sua coscienza. Senza alcuna presunzione narrativa, nella semplicità di un racconto magistralmente redatto, cullano e turbano lo spettatore all'interno di un vortice emozionale che non trova né pace, né compimento. Ma raggiunge vette emotive che stimolano la ricerca e il confronto con la realtà che, anche “accerchiandoci”, il più delle volte ci lascia inermi ed indifferenti. E se la presunzione, ed il demerito, de La grande bellezza sta nell'assolutizzare in un ritratto deforme il mondo al di fuori di noi, la grandezza delle opere concorrenti sta nel proiettarci con forza nel mondo che sta dentro di noi. Film ed autori che, per una volta, ci fanno il raro dono dell'emozione necessaria a comprendere, non gli altri o il mondo ma noi stessi in quanto parte del mondo. L'Academy avrà valutato, gli sponsor usato le loro armi di seduzione, la stampa saputo essere al servizio, e la storia sicuramente ci avrà consegnato un nuovo premio Oscar. Sorrentino o meno, quello che resterà saranno i benefit per autori e produttori e qualche nuova villa sul litorale romano. Se ne andrà, invece solitaria, la speranza che il premio possa determinare un nuovo corso della cinematografia europea. Comunque sia andata, a voi il piacere di riscoprire Il sospetto, uscito in italia nel 2012, e di scoprire Alabama Monroe in uscita a fine marzo nel nostro paese. Per quanto riguarda gli altri due film in competizione, sarà difficile trovarli in qualche cinema italiano, a meno che l'ignuda statuetta dorata, per una volta, non possa più delle logiche di mercato. Staremo a vedere, questo si, senza alcun ipotesi premonitrice.


dalla rubrica MILLE E PIU' NON REPLICO pubblicata su UMBRIA NOISE n.20

giovedì 13 febbraio 2014

Bar Traumfabrik

E' cominciata l'avventura di Bar Traumfabrik, una radiotrasmissione di cinema e cazzeggio.
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Vi aspettiamo il venerdì sera dalle 20:00 in poi. Buon ascolto!